dal 1960
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La Morte e la Fanciulla

2011
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Credits Staff

Una fanciulla nel fiore degli anni incontra la Morte che la invita a seguirla.

La compagnia del Balletto di Roma, nella sua costante ricerca e volontà di sperimentazione nel panorama della danza contemporanea, nel 2011 ha affidato la sua produzione La Morte e la Fanciulla – il celebre quartetto in re minore di Franz Schubert successivamente trascritto per orchestra d’archi da Gustav Mahler – all’ex-danzatore e coreografo Paolo Santilli che ha agito sull’apposita elaborazione drammaturgica firmata da Riccardo Reim. Il celebre pezzo di Schubert/Mahler si ispira, com’è noto, a una ballata di Matthias Claudius che riprende un tema artistico (iconografico prima ancora che letterario) di matrice addirittura rinascimentale e ricorrentissimo nella tradizione germanica: una fanciulla nel fiore degli anni incontra la Morte che la invita a seguirla esorcizzando le sue paure con dolci parole: “Dammi la mano bella creatura, io ti sono amica, non aver paura, dolcemente dormirai tra le mie braccia…” Il binomio Amore/Morte – tipico del Romanticismo – viene qui a rivestirsi di un’inquietante, macabra sensualità: la morte può dunque presentarsi come un amante che ci accoglie affascinandoci e al quale conviene consegnarsi con arresa e fiduciosa serenità. Un tema, questo, che oggi può essere associato allo scottante e dibattutissimo problema dell’eutanasia (volontaria o meno): morte come mutazione e non come negazione della vita, attraversamento di quel misterioso “tunnel di luce” di cui tanti hanno fornito sgomenta e stupita testimonianza, risposta al più terribile interrogativo dell’essere umano… I quattro trascinanti movimenti musicali ideati da Schubert (corrispondenti a loro volta ai quattro momenti della ballata di Claudius: Incontro/Ribellione/Resa/Rinascita nella morte stessa) vengono qui identificati nell’azione coreografica con i quattro elementi della natura – Terra, Fuoco, Acqua, Aria – in una resa visiva soprattutto emozionale (e non meramente “narrativa”) del tema poetico: un’interpretazione moderna ed efficace che, partendo dagli ardori dello Sturm und Drang, lancia alla platea una inquietante, salutare provocazione.


Coreografia Paolo Santilli

Musica Franz Schubert

Orchestrazione Gustav Mahler

Elaborazione drammaturgica Riccardo Reim

Costumi Giuseppina Maurizi

Light designer Emanuele De Maria

Installazione video studio Vertov, Luca Scarzella, Michele Innocente, Anna Frigo, Roberto Barbierato