Le forme particolari di pensiero simbolico in cui l’assetto fondamentale della Cabala ha trovato la propria espressione, possono rappresentare poco o nulla per noi
(sebbene ancor oggi non riusciamo a sfuggire, a volte, alla loro potente attrazione).
Ma il tentativo di scoprire la vita che si cela sotto le forme esteriori della realtà
e di render visibile quell’abisso in cui la natura simbolica di tutto ciò che esiste si rivela:
tale tentativo è importante per noi oggi quanto lo era per gli antichi mistici.
(Gershom scholem, Major Trends, p. 38)
“Poiché l’uomo è un albero del campo”… così l’essere umano nella mistica ebraica (Cabala) viene esplicitamente paragonato all’elemento naturale e divino per eccellenza, quello che dona la vita grazie alla sua capacità di dispensare energia pura, ossigeno per respirare. Proprio come l’albero, la cui forma verticale che parte dalle radici, per arrivare fino alle foglie indica una chiara connessione tra il mondo terreno e l’ultraterreno incarnando il concetto universale di protezione, sopravvivenza ed evoluzione, l’idea del sogno alimenta questo spettacolo – con le musiche di Riccardo Joshua Moretti e le coreografie di Valerio Longo per due danzatori del Balletto di Roma – in cui uomo e donna attivano uno scambio di energie vitali che s’intrecciano facendosi corpo.
I sogni, d’altro canto, arrivano nei polmoni e nel cuore, nelle profondità dove realtà e irrealtà s’incontrano, dove Spirito e materia si fondono, dove pensieri e fantasia fluiscono l’uno nell’altro. Durante il sogno le immagini prendono forma e consistenza come se fossero oggetti reali e per questo nella letteratura ebraica l’attività onirica è presa in considerazione come diretta emanazione del Volere Divino, poiché contiene una “verità”, un messaggio che rende il sogno stesso un mezzo di comunicazione e trasmissione tra cielo e terra. Musica e danza, dunque, ne L’albero dei sogni attivano un immaginario fatto di visioni sia interiori che esteriori, capace di ricondurre lo spettatore al senso profondo di un’Universalità impressa nella mente e nell’anima dell’essere umano.
Recital musicale di Riccardo Joshua Moretti
Coreografie di Valerio Longo
Danzatori Paolo Barbonaglia, Giulia Strambini