dal 1960
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Paradox

Paradox

2016
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Una serata dedicata all’indagine di due autori sul concetto di genere, una lente d’ingrandimento sul maschile e sul femminile.

Spettacolo presentato in occasione del nuovo percorso artistico diretto da Roberto Casarotto, PARADOX è la prima espressione di una rinnovata ricerca coreografica dedicata all’indagine di due autori sul concetto di genere: una lente d’ingrandimento sul maschile e sul femminile tra le consuetudini e i paradossi di una contemporaneità cangiante. Due sguardi distanti per colori e prospettive, accomunati dall’universale strumento di comunicazione della danza e della coreografia, rappresentati attraverso le abilità tecniche e interpretative dei solisti del Balletto di Roma.

Protagonisti della creazione di apertura del nuovo progetto artistico dello storico gruppo romano, il coreografo di origine israeliana Itamar Serussi Sahar, già danzatore per Batsheva Dance Company e resident coreographer di Scapino Ballet Rotterdam e Paolo Mangiola, autore per Royal Ballet e WayneMcGregor | Random Dance, nonché coreografo associato del Balletto di Roma. Provenienti da percorsi formativi differenti, Serussi e Mangiola scelgono di esplorare i toni, gli umori, le storie e gli esiti di un universo diviso in due calando gli interpreti nell’assoluto stato di separazione dei generi.

La serata PARADOX si compone di tre lavori coreografici: Sycho di Itamar Serussi Sahar, Fem di Paolo Mangiola e TEFER dello stesso Serussi.

Sycho, assolo creato su un danzatore della compagnia, esplora attraverso il codice dinamico e fisico di Serussi alcuni aspetti dell’animo umano in una dimensione prettamente maschile, proponendo un viaggio nelle emozioni, nella vulnerabilità e nella forza di un giovane uomo, in transito nel proprio percorso di crescita, alla ricerca della maturità e della consapevolezza.

Paolo Mangiola in FEM ribalta i codici e i riti del balletto accademico portando le quattro danzatrici della compagnia ai confini di una femminilità indotta. Sciolta dalle abitudini del dialogo coreografico tradizionale e libera da cornici drammaturgiche stereotipate, la donna di Mangiola occupa lo spazio scenico oltrepassando i confini del palco e parlando senza filtri allo spettatore. Una composizione registica in cui la guida coreografica si accorda con la creatività e la consapevolezza della singola performer rendendola parte attiva e complementare della partitura. Ne scaturisce un dialogo democratico tra corpi e memorie lungo un itinerario antropologico che ritrova, tra le pieghe del racconto, le tracce filosofiche dell’osservatrice e studiosa delle performance di genere Judith Butler.

Vortici di forza e dinamismo travolgono lo spettatore di TEFER, studio per sei danzatori di Itamar Serussi Sahar sui gesti e sul corpo dell’uomo con musiche originali di Richard van Kruysdijk. Una parodica danza guerriera rompe gli spazi scomponendo i contatti tra fisionomie distanti lasciando infine che siano i corpi ad aprire i varchi di comunicazioni possibili e interrotte. Sguardo ironico e segno potente, TEFER svela i contrasti di una mascolinità inattesa indugiando sull’esposizione di virilità conosciute e scoprendo i pudori di sensibilità rimosse.


SYCHO

Coreografia Itamar Serussi Sahar

Musica Richard van Kruysdijk

 

FEM

Coreografia Paolo Mangiola (in collaborazione con le danzatrici)

Musica Eric Satie e Anna Meredith

 

TEFER

Coreografia Itamar Serussi Sahar

Musica Richard van Kruysdijk

 

con il sostegno
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Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma
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